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Testimonianza anonima

Ogg: Relazione clinica della sig.ra B. R., nata in una citta del Nord Italia nel 1967 e residente a Milano.

La paziente è in carico alla scrivente dal 22/11/2013 per Episodio Depressivo di gravità media con sindrome Biologica (IC10 F32.11).

Nata a termine da parto cesareo.

Madre vivente, Padre vivente.

Primogenita di due germani, ha un  fratello .

Riferita familiarità psichiatrica negativa.

Scolarità: Laurea in Lingue. Ha lavorato fino al 2008 nel campo turistico, successivamente alla perdita del lavoro a causa della crisi, non ha più lavorato.

Si e coniugata all’età di 38 aa. con un uomo più giovane di due anni.

Lo sviluppo somatopsichico è stato nella norma. Riferisce di essere stata nell’infanzia timida e introversa. Ha vissuto qualche anno in tre città diverse ma ha sempre affrontato  questi spostamenti in modo armonico.

All’età di 20 aa. si è trasferita a Milano .

Riferisce di aver goduto di buona salute e di buon equilibrio psichico fino al 2010, epoca alla quale risale l’abbandono del marito, a suo dire, avvenuto in modo imprevisto.

La pz. riferisce che in quel periodo stavano ristrutturando l’appartamento coniugale che avrebbe dovuto essere pagato con il denaro di proprietà della pz. stessa, tale somma le sarebbe stata portata via dal marito che inoltre avrebbe ulteriormente vessato la moglie sottraendo dalla casa i sanitari e varie suppellettili.

A detta della pz. successivamente all’abbandono, le sarebbero venuti a mancare i mezzi di sostentamento, essendo disoccupata da anni. Inoltre si era vista costretta ad abitare nella casa in ristrutturazione per il timore che il marito se ne impadronisse, considerando che fino a qualche tempo prima la signora aveva abitato presso i genitori, in attesa che si concludesse la ristrutturazione dell’appartamento.

La signora ha vissuto questo abbandono inaspettato con un forte senso di frustrazione sentito in particolar modo in quanto il concetto di separazione contraddice  la sua profonda convinzione religiosa nell’indissolubilità del matrimonio. Per tale motivo non si era decisa fino al momento della prima visita a legalizzare la separazione.

La situazione di precarietà nella casa in ristrutturazione, che mancava degli essenziali generi di confort domestico, le ristrettezze economiche alle quali si vedeva costretta, il profondo senso di fallimento l’ha condotta dapprima verso una reazione di disadattamento con insorgenza di disturbi ansioso-depressivi successivamente sfociati in un episodio depressivo con sindrome biologica.

Ha sofferto successivamente all’abbandono, di una serie di patologie organiche concomitanti forse attribuibili allo stato di profonda prostrazione.

Infatti dal 2010, oltre a subire l’asportazione di un polipo endometriale, ha cominciato a soffrire di gastriti, colon irritabile, acne rosacea, ha presentato un infezione da streptococco con edema allo zigomo sin e linfadenopatia che ha richiesto lunghe terapie e l’uso di farmaci cortisonici . Ha presentato un calo ponderale e tuttora presenta una cervicalgia e lombalgia muscolo-tensiva con alterazione della postura che le causano un’ importante sintomatologia dolorosa. Inoltre presenta insonnia, inappetenza, astenia e tabagismo, la cute del viso porta vistose cicatrici esiti dell’acne rosacea che l’ha colpita successivamente alla separazione.

Oltre a franca deflessione del tono dell’umore, presenta ruminazioni del pensiero incentrate su temi di ‘’disfatta’’ e di oltraggio al suo credo religioso e ha compiuto il passo verso la separazione legale in modo molto tormentato.

Non presenta progettualità per il futuro.

Il lungo procedimento legale per ottenere il riconoscimento degli alimenti da parte del marito è stato per ora infruttuoso e vive nel timore di dover rifondere anche le spese legali del procedimento.

Permangano gravi problemi di sostentamento, ha abbandonato la casa dove dimorava e vive da un anno presso un’amica .

La terapia antidepressiva assunta con costanza fino a due mesi fa, non ha dato che parziali benefici. Non è stata in grado di intraprendere un’ attività lavorativa perché troppo angosciata e deflessa nel tono dell’umore, pervasa da vergogna e sensi di colpa. Permangono censtopatie quali cefalea, nausea con conati di vomito , disturbi intestinali e insonnia; continuano le ruminazioni del pensiero incentrate su temi di ‘’disfatta’’ e di ingiustizia con verbalizzazione di intenzionalità auto lesiva, pensieri auto denigratori rispetto al proprio aspetto fisico , per il proprio viso deturpato dalle cicatrici.

Due mesi fa ha anche interrotto la terapia antidepressiva e stabilizzante dell’umore con peggioramento del quadro depressivo.

Durante l’ultima visita di controllo effettuata nel febbraio 2015, ha rivelato di voler rinunciare alla residenza presso la casa coniugale, dove ora si sarebbe stabilito l’ex-marito per prendere una residenza ‘’di appoggio’’ presso il CAM di via Garibaldi, come un soggetto senza fissa dimora, rinunciando anche a chiedere aiuto e accoglienza  ai propri genitori che, a suo dire, le farebbero pesare gli aiuti economici che le elargiscono. Dipende infatti economicamente dai parenti.

Si pone in uno stato di deriva sociale progressiva determinata dal suo profondo stato depressivo che le rende difficile persino accedere ai suoi diritti senza esperimentare sensi di colpa e di vergogna.

Dott.ssa Mariella Alessandri